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A B O U T

San Giacomo Roncole non è una frazione come le altre, si porta dietro una cultura teatrale iniziata con Don Zeno Saltini che qui fu parroco nel dopoguerra e che per primo portò il  “cinematografo” in questi luoghi di campagna tanto che alle sue proiezioni accorrevano da tutte le zone limitrofe e anche da Modena. Poi partì per fondare la comunità di Nomadelfia, ma il germe dello spettacolo e della spettacolazione era stato piantato.

La compagnia teatrale dialettale “Quelli delle Roncole 2” nasce nel 1988 dalla necessità di intrattenere le persone alla sagra del paese senza scadere nelle solite orchestrine e con la presunzione di far rivivere momenti di un passato non poi così lontano. Il nome della compagnia fu una delle ultime cose a nascere. Esistevano già gruppo i ragazzi nella parrocchia: “Quelli delle Roncole” che allestivano degli spettacoli piacevolissimi. Noi abbiamo aggiunto quel numero 2 che suscita tante domande in chi lo sente per la prima volta.

Queste le origini. Ora la Compagnia è composta da una ventina di persone, tra attori e tecnici, produce in proprio le commedie dialettali che va a rappresentare, testi compresi. Sono 25 le commedie originali che ha messo in scena con lo scopo di dare continuità ad un teatro dialettale che prende linfa dalla cultura contadina della Bassa Modenese. Sul canovaccio principale dialettale mirandolese, di accento roncolese, si inseriscono esperienze dialettali di personaggi con inflessioni mantovane, finalesi, modenesi, senza tradire le espressioni originarie di ciascun interprete. E’ stata una scelta ponderata: noi terra di confine tra Mantova, Bologna, Modena e Ferrara, non potevamo riprodurre una realtà linguistica che non rispecchiasse le varie influenze che si sono create negli anni degli sfollamenti, delle alluvioni del Po, della velocità di circolazione delle persone.

Tra gli interpreti abbiamo operai, contadini, impiegati, casalinghe, pensionati, dirigenti d’azienda, ristoratori, farmacisti e artigiani. Una paziente regia ha amalgamato i vari caratteri con un risultato apprezzabile se si guarda al curriculum della compagnia che comprende vari inviti fino alle rassegne di Mantova, al famoso “ Merlin Cocai”, Modena , Carpi, Campogalliano, San Marino di Carpi, Sermide, Moglia, vincendo numerosi premi sia come compagnia  che come regia, recitazione, scenografia, costumi e attori protagonisti e non. Nel 1999 la regista e autrice delle commedie della Compagnia, dott.ssa Giovanna Ganzerli, è stata insignita, insieme al resto della Compagnia, del prestigioso premio “Ordan dal Barnardon” della Città della Mirandola per l’attività svolta negli anni per la promozione della conoscenza del teatro dialettale mirandolese e come autrice di testi teatrali scritti per il teatro dialettale. Ha tradotto in dialetto la fiaba “Pierino e il lupo” mettendola in scena con la Filarmonica di Mirandola, dandone una versione particolarmente vivace e originale.

Complessivamente la compagnia “Quelli delle Roncole 2” si è esibita, in 28 anni di attività, oltre 400 volte sui palcoscenici e sulle piazze delle provincie di Modena, Mantova, Ferrara, Reggio Emilia, Rovigo e Bologna.

Nel 2011 la compagnia si è costituita in associazione culturale senza scopo di lucro.

Tancredi

Tancredi, reduce dai successi della sfilata storica della presa della Mirandola doveva fare il vescovo nella pentola del prete, ma dopo aver provato la parte del contadino per aiutare Ricciolo ad interpretarla, nessuno ebbe dubbi: l’unico, vero uomo di campagna poteva essere solo lui. Non si contano i premi vinti mentre le sue 2 “ cagone” si ricordano benissimo e ne abbiamo la data

Patrizia

La Patrizia è la “l’attor giovane” della compagnia, specializzata in ruoli da svampita. Una volta era anche la più giovane ma dato che gli anni passano anche per lei sarebbe quanto meno ridicolo ricordarlo adesso che si avvicina agli anta. Gli inizi furono come aiuto-regista, ma il fascino del palco la travolse subito in un crescendo di ruoli sempre più impegnativi. Con lei si sta sempre col fiato sospeso, ma arriva, arriva sempre.

Umberto

Umberto lo accogliemmo “da sfollato” da altra compagnia. Come tutti i profughi dopo averlo tenuto per un periodo in un campo per rifugiati, dopo averlo rifocillato ( anche troppo, dicono alcuni, ma sono solo malelingue) dopo averlo rieducato alla recitazione, lo mettemmo a girare un deplian di bare  e fu un successone. Adesso rilascia autografi solo su prenotazione!

Giovanni

Giovanni fu timidissimo la prima volta che provò la sua parte e probabilmente non era neppure del tutto convinto di avventurarsi in questa impresa, ma si dice che il pensiero di sua moglie di toglierselo dai piedi qualche sera a settimana, la spinse ad insistere al punto tale che con noi ha fatto quasi tutte le commedie.

Elena

L'Elena si mangiava continuamente le ultime sillabe delle frasi che doveva recitare.  Non so ancora se per la fretta di finire la frase o se per quell’imbarazzo misto a timidezza propria degli attori. Col tempo ha imparato a scandire bene le parole anche quando deve usarle a mo’ di mitraglietta. Se la si dovesse paragonare ad un oggetto la si definirebbe un diesel che parte in sordina ma poi va veloce.

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